Sabato 15 dicembre 2012
Ore 11,00: Il Medioevo corre sull’acqua: Visita guidata alla Chiesa di Sant’Andrea in Via Agnese Pasta a Melzo (MI). Costo 5 euro. Ritrovo davanti all'ingresso. La costruzione della Chiesa di Sant'Andrea a Melzo risale ad un periodo compreso tra l'XI e il XII secolo. La prima citazione in un documento della chiesa è relativa ad un atto del 1025, ed è da considerarsi la data più antica ritrovata. Negli anni 60 la chiesa fu recuperata come bene ecclesiastico e si provvide alle prime opere di restauro che, nonostante il grave dissesto dell'edificio, permise negli anni successivi il recupero sia strutturale (rifacimento pavimento, tetto, campanile, ecc.) che pittorico (affreschi). Ultimamente, grazie all'associazione "Amici di S. Andrea", si é quasi ultimato il recupero degli affreschi, alcuni dei quali probabilmente appartengono alla scuola di Leonardo da Vinci.
Ha una pianta rettangolare, con navata, muri di pietra e originario stile gotico-lombardo che si trasforma in barocco nel Settecento. Gli affreschi sono della fine del Quattrocento.
Nella chiesa di Sant'Andrea, Bernardo Zenale (Treviglio, 1463/1468 – Milano, 1526) realizzò con Bernardino Butinone (Treviglio, 1450 circa – notizie fino al 1510 circa) il trittico dell'Immacolata Concezione
con gli offerenti a destra santa Caterina d'Alessandria, a sinistra san
Girolamo. I committenti identificati dalla loro simbologia sono Caterina Sforza Riario figli di Galeazzo Maria Sforza, e il marito Girolamo Riario. La loro presenza rievoca la congiura contro Galeazzo Maria Sforza del 1476, riproposta nella cappella Grifi e realizzata da Zenale e Butinone nella chiesa di San Pietro in Gessate.
Manca la documentazione che attesti l’incarico della realizzazione
della maggior parte degli affreschi in Sant’Andrea. Ma può essere fatto
un nome: Bernardo Zenale. Partendo da una citazione del Vasari, che lo
indica come amico di Leonardo da Vinci durante il suo soggiorno a
Milano. Confronti tra opere di sicura attribuzione allo Zenale e gli
affreschi della chiesa di Melzo evidenziano molte similitudini
stilistiche, ma in qualche scena dipinta in Sant’Andrea, la mano risulta
più abile.
Qualche difficile particolare anatomico da disegnare, qualche
ritratto non di maniera, evidenziano che Leonardo sui lavori di
Sant’Andrea non ha avuto solo la “direzione artistica”, ma talvolta è
intervenuto direttamente, con tratti molto simili a quelli di opere a
lui sicuramente attribuite. Si può ipotizzare che sia stato proprio
Leonardo a segnalare Zenale a Caterina Sforza, per lavorare al ciclo di
affreschi della chiesetta. La sua direzione artistica emerge nella
scelta dei soggetti e delle scene da rappresentare, con una certa
libertà che solo un rapporto di intesa speciale tra committente e
artista poteva giustificare. Per esempio, c’è l’abbraccio tra un uomo
bianco e uno di colore, impensabile nel Rinascimento, inserito forse
soltanto perché Gallo Mauro, staffiere di Galeazzo Maria Sforza e noto
per il suo incarnato bruno, perse la vita nel tentativo di salvare il
padrone.
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