martedì 17 aprile 2012
lunedì 2 aprile 2012
La visita guidata della settima giornata
Sabato 14 aprile 2012
Ore 11,00: Il Medioevo corre sull’acqua: I Castelli. Visita guidata al Castello Visconti di San Vito a Somma Lombardo (VA). Costo 5 euro: Ritrovo davanti all’ingresso.
L'origine del vecchio
castello é antichissima e pare risalga al IX secolo. Altra data
significativa é l'anno 1251 posta in calce a un documento di
intestazione della proprietà e di una chiesetta, con canonica e
campanile, dedicata a S. Agnese e costruita sul lato sinistro
dell'attuale spianata d'ingresso principale al castello.
Lo sviluppo dell'antica
dimora viscontea in più vaste proporzioni abitabili e di residenza, lo
si ebbe a partire dall'anno 1448, quando i fratelli Francesco e Guido
Visconti, per sfuggire ai contrasti con la repubblica Ambrosiana, si
rifugiarono nella loro vecchia proprietà di Somma, ricevendo giuramento
di fedeltà, in forma solenne, da tutti gli uomini di Somma e loro
dipendenti, sulla piazza antistante il castello.
Nel giro di pochi anni
la nobile dimora venne in gran parte ricostruita, ampliata e contornata
da fossati per cui necessitò la demolizione della canonica e della
chiesa di S. Agnese, sia per guadagnare spazio che per fortificare la
nuova residenza dei Visconti.
lunedì 19 marzo 2012
La visita guidata della sesta giornata
Sabato 24 marzo 2012
Ore 11,00: Il Medioevo corre sull’acqua: I Castelli. Visita guidata al Castello Visconteo di Abbiategrasso. Costo 5 euro: Ritrovo all'ingresso.
Il Castello Visconteo di Abbiategrasso, di matrice duecentesca, fu eretto nel 1382 da Gian Galeazzo Visconti e fatto abbellire dopo il 1438 da Filippo Maria Visconti. Venne strategicamente costruito in asse con il Naviglio Grande e con la strada di collegamento Milano-Vigevano.
Sotto la direzione del Visconti stesso vennero realizzati anche nuovi
lavori di ampliamento e restauro della struttura, che venne affrescata e munita di bifore di stile rinascimentale, che donarono alla struttura l'aspetto di una residenza estiva più che di una fortezza medioevale.
Malgrado questo, il castello fu chiamato a svolgere un ruolo di primaria importanza nella vita politica del Ducato di Milano per tutto il XV secolo sino al 1635, quando la struttura perse la sua importanza.
Il castello venne quindi smantellato a partire dal 1668 per ordine del Governatore di Milano per impedire che esso cadesse nelle mani dei francesi durante gli scontri. Successivamente i resti del castello furono adibiti a residenza privata sino al 1865
quando il complesso venne donato dai proprietari alla cittadinanza per
essere adibito, in un primo momento a scuola e poi per essere utilizzato
come sede di alcune associazioni del territorio abbiatense.
Nel 1995 la struttura del castello è stata completamente restaurata, recuperando anche gli antichi affreschi e i graffiti, ove vi è stata anche inaugurata la biblioteca civica intitolata a Romeo Brambilla.
venerdì 10 febbraio 2012
La visita guidata della quinta giornata
Sabato 25 febbraio 2012
Ore 11,00: Il Medioevo corre sull’acqua: I Castelli. Visita guidata al Castello Visconteo di Pavia. Costo 5 euro: Ritrovo davanti all'ingresso.
Il Castello di Pavia è stato realizzato tra il 1360
e il 1365 per volonta' di Galeazzo II Visconti, l'imponente maniero,
esempio di armonia rinascimentale, fu residenza privata piu' che
fortificazione difensiva.
Nel Castello vi soggiorno' Francesco Petrarca su
richiesta di Gian Galeazzo Visconti nella seconda meta' del Trecento per
occuparsi della magnifica biblioteca che raccoglieva un migliaio di
libri, oggi purtroppo dispersi.
Attualmente e' sede dei Musei Civici; in estate il bellissimo cortile interno ospita spettacoli teatrali e concerti.
Il Castello ospita la civica Pinacoteca Malaspina.
Si è molto discusso circa l’identificazione dell’architetto che ideò la costruzione. La critica più recente propende oggi ad assegnare il grandioso edificio a Bernardo Da Venezia. L’edificio, circondato da un profondo fossato e protetto da rivellini e ponti levatoi, è a pianta quadrata con quattro torrioni agli angoli. I lati esterni, coronati da una cortina di merli, sono interamente in cotto, e sono caratterizzati da una sequenza di bellissime bifore che attenuano ogni senso di monotonia. Nel cortile, il cotto è alternato con la pietra d’Angera e d’Ornavasso nel portico terreno e nel loggiato superiore, traforato da stupende quadrifore di gusto veneziano.
Il Castello ospita la civica Pinacoteca Malaspina.
Si è molto discusso circa l’identificazione dell’architetto che ideò la costruzione. La critica più recente propende oggi ad assegnare il grandioso edificio a Bernardo Da Venezia. L’edificio, circondato da un profondo fossato e protetto da rivellini e ponti levatoi, è a pianta quadrata con quattro torrioni agli angoli. I lati esterni, coronati da una cortina di merli, sono interamente in cotto, e sono caratterizzati da una sequenza di bellissime bifore che attenuano ogni senso di monotonia. Nel cortile, il cotto è alternato con la pietra d’Angera e d’Ornavasso nel portico terreno e nel loggiato superiore, traforato da stupende quadrifore di gusto veneziano.
mercoledì 25 gennaio 2012
mercoledì 4 gennaio 2012
La visita guidata della quarta giornata
Sabato 21 gennaio 2012
Ore 11,00: Il Medioevo corre sull’acqua: I Castelli. Visita guidata al Castello di San Colombano al Lambro (MI). Costo: 5 euro. Ritrovo davanti all’ingresso.
Pare che le origini del castello di S. Colombano si possano far risalire
al VI sec., contemporaneamente al grande monastero di Bobbio (A.
Riccardi, Le località e territorj di S. Colombano al Lambro, 1888).
Comunque sia, è fuori dubbio che il castello esistesse nel secolo X, sia
a garanzia della vicina capitale di Pavia e residenza reale di Corte
Olona, sia per la necessità di quei tempi di lotte feudali, sia per le
invasioni ungariche, ed il conseguente decreto del Re Berengario, per la
difesa e fortificazione di tutte le Città, Borghi, Luoghi, Cascinali,
Monasteri, ecc.; sia, infine, per l’espressa affermazione del testamento
di Ariberto del 1034, dove si parla di castris, edificiis, ecc., in
Gaifaniana, Sancto Columbano, Miradolo, ecc., e più sotto di edifici esistenti tam in ipsis castris quam et foris (tanto dentro
quanto fuori di essi castelli). Allo stesso modo è certo che esso
appartenesse dall’800 circa al 1000 al contado (Comitatus) di Lodi, come
appare anche dai documenti del 1034 e 1299 (A. Riccardi, Le località e
territorj di S. Colombano al Lambro, 1888).
Trascurando la preesistente fortificazione, si può sicuramente
affermare che l’attuale impianto, sia pure considerato come solo
tracciato, sia opera del Barbarossa. Questi, durante la sua seconda
calata in Italia, distrusse il castello di S. Colombano (come del resto
la maggior parte di quelli esistenti in Lombardia); ma nel 1164,
riconosciuta l’importanza che il luogo ricopriva nel territorio per la
sua particolare conformazione morfologica e per la posizione intermedia
nella direttiva viaria Milano-Piacenza, decise di riedificarlo, per
utilità del suo impero: e vi aggiunse, per utile personale, una grande
borgata denominata "Magnum suburbium" , munita di mura merlate,
terraggio e fossa esterna. Si devono pure al Barbarossa le grandiose
dimensioni del castello, la perfetta regolarità simmetrica e l’ampiezza
delle strade del borgo (situazione anomala nelle tipologie in uso a quei
tempi); la costruzione, nel ricetto ad ovest, del "Magnum palacium" o
"Grande Palazzo" (di cui sono ancora visibili le fondazioni), adibito a
residenza imperiale; la costruzione, nel ricetto ad oriente, del Palazzo
dei Vicarj e Rettori della terra di S. Colombano, ossia l’autorità
comunale politica ed ecclesiastica del borgo. Si suppone che a dirigere i
lavori di ricostruzione del "castrum" sia stato Tito Muzio Gatta,
architetto cremonese al seguito del Barbarossa, che qualche anno prima
aveva delineato le mura della nuova Lodi. Non si hanno precise notizie
circa i tipi di fortificazione e loro distribuzione in questo primo
impianto, ma si intuisce comunque che quest’ultimo fosse
convenientemente attrezzato di strutture complementari. Agli inizi del
dominio visconteo avvennero operazioni trasformative miranti a limitare
l’importanza militare del Castello. Comunque, visto l’utilizzo che la
signoria viscontea attribuiva alla rocca (prigione di Stato), dove nel
1338 fu imprigionato Lodrisio Visconti, dobbiamo considerare che anche
il Castello fosse comunque in condizioni di sicurezza. La signoria
viscontea contribuì, su tutto il territorio interessato dal suo dominio,
ad una notevole fioritura castellana.
Le trasformazioni cominciarono nel 1370 per volere di Galeazzo II e furono inerenti sia al castello che al borgo.
Gli inserimenti più importanti furono i rivellini, posti sia negli
ingressi al ricetto (Torre d’ingresso e Castellana) che alla rocca
(Torre d’ingresso e Torre Mirabella); vennero quindi trasformati i
caratteri stilistici e gli elementi compositivi della fortezza.
Le mura esterne, su tutto il perimetro, vennero integralmente
rivestite di nuovi mattoni, il che conferisce una certa omogeneità
all’intero impianto castellano.
Nel centro della rocca venne innalzata una torre o mastio con il
duplice scopo di immagazzinare munizioni e viveri e anche di estrema
difesa del castellano nell’evenienza che il castello e la guarnigione,
cedendo all’attacco nemico, lo costringessero a rifugiarsi in posizioni
sempre più arretrate.
Dal "maschio" si aveva la possibilità, tramite vie sotterranee, di
portarsi al di fuori della rocca, a sud, in corrispondenza del
rivellino, e da questo collegarsi ad almeno due delle torri agli angoli
della rocca .
Per quanto riguarda il borgo, venne ampliato a seguito della
donazione di Galeazzo II del 1373 alla consorte Bianca di Savoia, la
quale dotò il Comune degli speciali Statuti.
Da questo documento appare evidente la volontà di favorire lo
sviluppo del borgo, anche ad opera dei privati, favorendo loro
l’acquisto, a prezzi convenzionati, dei materiali da costruzione,
escluso il legname che veniva fornito gratuitamente; agevolazioni
fornite allo scopo di raggiungere in breve tempo il fine preposto.
L’ampliamento del borgo seguì la regolare distribuzione degli isolati
e l’ampiezza delle vie interne, che caratterizzavano la preesistente
impostazione del Barbarossa.
Tutto il borgo venne dotato di mura merlate con fossato e terraggio
interno, ed in corrispondenza degli ingressi le porte vennero
ulteriormente protette da saracinesche.
mercoledì 7 dicembre 2011
La visita guidata della terza giornata
Sabato 17 dicembre 2011
Ore 11,00: Il Medioevo corre sull’acqua: I Castelli. Visita guidata al Castello di Vigevano. Costo 5 euro. Ritrovo davanti all'ingresso (Piazza Ducale, 16-26, Vigevano PV).
Il
Castello di Vigevano è un tutt'uno con la Piazza Ducale che funge da
regale atrio d'ingresso. Si può considerare una piccola città nella
città, essendo per estensione uno dei più grandi complessi fortificati
d'Europa.
Il primo nucleo risale all'età longobarda (VII-X secolo), mentre la sua trasformazione in residenza signorile si deve ai Visconti (in particolare a Luchino Visconti) e agli Sforza in particolare a Ludovico il Moro.
Alla sua realizzazione contribuirono sicuramente artisti come Bramante e si pensa anche Leonardo. Tra il 1492 e il 1494 i lavori erano terminati. Con la fine della dinastia sforzesca (1535) il castello passò agli spagnoli e iniziò un lento declino. Nel 1696 i plenipotenziari dei governi europei convenuti per firmare la pace di Vigevano lo dichiarano inagibile e quando agli inizi del Settecento diventa sede di una guarnigione dell'esercizio austriaco cominciano le trasformazioni radicali.
Verso la metà dell'Ottocento diventa Caserma dell'Esercito Sardo e quindi del Regio Esercito Italiano e rimane sede militare fino al 1968.
Il Complesso architettonico del Castello Visconteo-Sforzesco di Vigevano si presenta come un insieme di edifici che occupano una superficie di oltre 70 mila metri quadri, di cui 25 mila di coperture, cui vanno aggiunti i 36 mila metri quadri di cortile. Potrebbe contenere due volte Buckinham Palace, tre volte la basilica di San Pieto e sei volte il Duomo di Milano. Viene considerao uno dei complessi fortificati più grandi d'Europa.
Fin dall’inizio il castello di Vigevano non viene pensato solo ed esclusivamente come complesso fortificato per rispondere a esigenze difensive e militari, ma anche come residenza di prestigio, di rappresentanza, come luogo preferito per gli svaghi e diletti della corte. In tal senso rappresenta sia una anticipazione del palazzo rinascimentale spesso evolutosi proprio da un castello preesistente (si pensi ad Urbino e a Mantova),che una versione raffinata della tradizionale cittadella viscontea.
Il primo nucleo risale all'età longobarda (VII-X secolo), mentre la sua trasformazione in residenza signorile si deve ai Visconti (in particolare a Luchino Visconti) e agli Sforza in particolare a Ludovico il Moro.
Alla sua realizzazione contribuirono sicuramente artisti come Bramante e si pensa anche Leonardo. Tra il 1492 e il 1494 i lavori erano terminati. Con la fine della dinastia sforzesca (1535) il castello passò agli spagnoli e iniziò un lento declino. Nel 1696 i plenipotenziari dei governi europei convenuti per firmare la pace di Vigevano lo dichiarano inagibile e quando agli inizi del Settecento diventa sede di una guarnigione dell'esercizio austriaco cominciano le trasformazioni radicali.
Verso la metà dell'Ottocento diventa Caserma dell'Esercito Sardo e quindi del Regio Esercito Italiano e rimane sede militare fino al 1968.
Il Complesso architettonico del Castello Visconteo-Sforzesco di Vigevano si presenta come un insieme di edifici che occupano una superficie di oltre 70 mila metri quadri, di cui 25 mila di coperture, cui vanno aggiunti i 36 mila metri quadri di cortile. Potrebbe contenere due volte Buckinham Palace, tre volte la basilica di San Pieto e sei volte il Duomo di Milano. Viene considerao uno dei complessi fortificati più grandi d'Europa.
Fin dall’inizio il castello di Vigevano non viene pensato solo ed esclusivamente come complesso fortificato per rispondere a esigenze difensive e militari, ma anche come residenza di prestigio, di rappresentanza, come luogo preferito per gli svaghi e diletti della corte. In tal senso rappresenta sia una anticipazione del palazzo rinascimentale spesso evolutosi proprio da un castello preesistente (si pensi ad Urbino e a Mantova),che una versione raffinata della tradizionale cittadella viscontea.
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