lunedì 19 marzo 2012

La visita guidata della sesta giornata

Sabato 24 marzo 2012
Ore 11,00: Il Medioevo corre sull’acqua: I Castelli. Visita guidata al Castello Visconteo di Abbiategrasso. Costo 5 euro: Ritrovo all'ingresso.
Il Castello Visconteo di Abbiategrasso, di matrice duecentesca, fu eretto nel 1382 da Gian Galeazzo Visconti e fatto abbellire dopo il 1438 da Filippo Maria Visconti. Venne strategicamente costruito in asse con il Naviglio Grande e con la strada di collegamento Milano-Vigevano.
Sotto la direzione del Visconti stesso vennero realizzati anche nuovi lavori di ampliamento e restauro della struttura, che venne affrescata e munita di bifore di stile rinascimentale, che donarono alla struttura l'aspetto di una residenza estiva più che di una fortezza medioevale.
Malgrado questo, il castello fu chiamato a svolgere un ruolo di primaria importanza nella vita politica del Ducato di Milano per tutto il XV secolo sino al 1635, quando la struttura perse la sua importanza.
Il castello venne quindi smantellato a partire dal 1668 per ordine del Governatore di Milano per impedire che esso cadesse nelle mani dei francesi durante gli scontri. Successivamente i resti del castello furono adibiti a residenza privata sino al 1865 quando il complesso venne donato dai proprietari alla cittadinanza per essere adibito, in un primo momento a scuola e poi per essere utilizzato come sede di alcune associazioni del territorio abbiatense.
Nel 1995 la struttura del castello è stata completamente restaurata, recuperando anche gli antichi affreschi e i graffiti, ove vi è stata anche inaugurata la biblioteca civica intitolata a Romeo Brambilla.

Medioevo in Libreria 2011-2012, il video della quinta giornata

venerdì 10 febbraio 2012

La visita guidata della quinta giornata

Sabato 25 febbraio 2012
Ore 11,00: Il Medioevo corre sull’acqua: I Castelli. Visita guidata al Castello Visconteo di Pavia. Costo 5 euro: Ritrovo davanti all'ingresso.
Il Castello di Pavia è stato realizzato tra il 1360 e il 1365 per volonta' di Galeazzo II Visconti, l'imponente maniero, esempio di armonia rinascimentale, fu residenza privata piu' che fortificazione difensiva.
Nel Castello vi soggiorno' Francesco Petrarca su richiesta di Gian Galeazzo Visconti nella seconda meta' del Trecento per occuparsi della magnifica biblioteca che raccoglieva un migliaio di libri, oggi purtroppo dispersi.
Attualmente e' sede dei Musei Civici; in estate il bellissimo cortile interno ospita spettacoli teatrali e concerti.
Il Castello ospita la civica Pinacoteca Malaspina.
Si è molto discusso circa l’identificazione dell’architetto che ideò la costruzione. La critica più recente propende oggi ad assegnare il grandioso edificio a Bernardo Da Venezia. L’edificio, circondato da un profondo fossato e protetto da rivellini e ponti levatoi, è a pianta quadrata con quattro torrioni agli angoli. I lati esterni, coronati da una cortina di merli, sono interamente in cotto, e sono caratterizzati da una sequenza di bellissime bifore che attenuano ogni senso di monotonia. Nel cortile, il cotto è alternato con la pietra d’Angera e d’Ornavasso nel portico terreno e nel loggiato superiore, traforato da stupende quadrifore di gusto veneziano.

mercoledì 4 gennaio 2012

La visita guidata della quarta giornata

Sabato 21 gennaio 2012
Ore 11,00: Il Medioevo corre sull’acqua: I Castelli. Visita guidata al Castello di San Colombano al Lambro (MI). Costo: 5 euro. Ritrovo davanti all’ingresso.
Pare che le origini del castello di S. Colombano si possano far risalire al VI sec., contemporaneamente al grande monastero di Bobbio (A. Riccardi, Le località e territorj di S. Colombano al Lambro, 1888). Comunque sia, è fuori dubbio che il castello esistesse nel secolo X, sia a garanzia della vicina capitale di Pavia e residenza reale di Corte Olona, sia per la necessità di quei tempi di lotte feudali, sia per le invasioni ungariche, ed il conseguente decreto del Re Berengario, per la difesa e fortificazione di tutte le Città, Borghi, Luoghi, Cascinali, Monasteri, ecc.; sia, infine, per l’espressa affermazione del testamento di Ariberto del 1034, dove si parla di castris, edificiis, ecc., in Gaifaniana, Sancto Columbano, Miradolo, ecc., e più sotto di edifici esistenti tam in ipsis castris quam et foris (tanto dentro quanto fuori di essi castelli). Allo stesso modo è certo che esso appartenesse dall’800 circa al 1000 al contado (Comitatus) di Lodi, come appare anche dai documenti del 1034 e 1299 (A. Riccardi, Le località e territorj di S. Colombano al Lambro, 1888).
Trascurando la preesistente fortificazione, si può sicuramente affermare che l’attuale impianto, sia pure considerato come solo tracciato, sia opera del Barbarossa. Questi, durante la sua seconda calata in Italia, distrusse il castello di S. Colombano (come del resto la maggior parte di quelli esistenti in Lombardia); ma nel 1164, riconosciuta l’importanza che il luogo ricopriva nel territorio per la sua particolare conformazione morfologica e per la posizione intermedia nella direttiva viaria Milano-Piacenza, decise di riedificarlo, per utilità del suo impero: e vi aggiunse, per utile personale, una grande borgata denominata "Magnum suburbium" , munita di mura merlate, terraggio e fossa esterna. Si devono pure al Barbarossa le grandiose dimensioni del castello, la perfetta regolarità simmetrica e l’ampiezza delle strade del borgo (situazione anomala nelle tipologie in uso a quei tempi); la costruzione, nel ricetto ad ovest, del "Magnum palacium" o "Grande Palazzo" (di cui sono ancora visibili le fondazioni), adibito a residenza imperiale; la costruzione, nel ricetto ad oriente, del Palazzo dei Vicarj e Rettori della terra di S. Colombano, ossia l’autorità comunale politica ed ecclesiastica del borgo. Si suppone che a dirigere i lavori di ricostruzione del "castrum" sia stato Tito Muzio Gatta, architetto cremonese al seguito del Barbarossa, che qualche anno prima aveva delineato le mura della nuova Lodi. Non si hanno precise notizie circa i tipi di fortificazione e loro distribuzione in questo primo impianto, ma si intuisce comunque che quest’ultimo fosse convenientemente attrezzato di strutture complementari. Agli inizi del dominio visconteo avvennero operazioni trasformative miranti a limitare l’importanza militare del Castello. Comunque, visto l’utilizzo che la signoria viscontea attribuiva alla rocca (prigione di Stato), dove nel 1338 fu imprigionato Lodrisio Visconti, dobbiamo considerare che anche il Castello fosse comunque in condizioni di sicurezza. La signoria viscontea contribuì, su tutto il territorio interessato dal suo dominio, ad una notevole fioritura castellana.
L’impronta della nuova architettura fortificata ebbe ovviamente maggiore intensità nei nuovi impianti, pur non trascurando la trasformazione di fortificazioni esistenti: in tale caso rientrò S. Colombano, interessato da molteplici modifiche, talmente radicali da far considerare questo castello come una "nuova costruzione" più che una riedificazione.
Le trasformazioni cominciarono nel 1370 per volere di Galeazzo II e furono inerenti sia al castello che al borgo.
Gli inserimenti più importanti furono i rivellini, posti sia negli ingressi al ricetto (Torre d’ingresso e Castellana) che alla rocca (Torre d’ingresso e Torre Mirabella); vennero quindi trasformati i caratteri stilistici e gli elementi compositivi della fortezza.
Le mura esterne, su tutto il perimetro, vennero integralmente rivestite di nuovi mattoni, il che conferisce una certa omogeneità all’intero impianto castellano.
Nel centro della rocca venne innalzata una torre o mastio con il duplice scopo di immagazzinare munizioni e viveri e anche di estrema difesa del castellano nell’evenienza che il castello e la guarnigione, cedendo all’attacco nemico, lo costringessero a rifugiarsi in posizioni sempre più arretrate.
Dal "maschio" si aveva la possibilità, tramite vie sotterranee, di portarsi al di fuori della rocca, a sud, in corrispondenza del rivellino, e da questo collegarsi ad almeno due delle torri agli angoli della rocca .
Per quanto riguarda il borgo, venne ampliato a seguito della donazione di Galeazzo II del 1373 alla consorte Bianca di Savoia, la quale dotò il Comune degli speciali Statuti.
Da questo documento appare evidente la volontà di favorire lo sviluppo del borgo, anche ad opera dei privati, favorendo loro l’acquisto, a prezzi convenzionati, dei materiali da costruzione, escluso il legname che veniva fornito gratuitamente; agevolazioni fornite allo scopo di raggiungere in breve tempo il fine preposto.
L’ampliamento del borgo seguì la regolare distribuzione degli isolati e l’ampiezza delle vie interne, che caratterizzavano la preesistente impostazione del Barbarossa.
Tutto il borgo venne dotato di mura merlate con fossato e terraggio interno, ed in corrispondenza degli ingressi le porte vennero ulteriormente protette da saracinesche.

mercoledì 7 dicembre 2011

La visita guidata della terza giornata

Sabato 17 dicembre 2011
Ore 11,00: Il Medioevo corre sull’acqua: I Castelli. Visita guidata al Castello di Vigevano. Costo 5 euro. Ritrovo davanti all'ingresso (Piazza Ducale, 16-26, Vigevano PV).
Il Castello di Vigevano è un tutt'uno con la Piazza Ducale che funge da regale atrio d'ingresso. Si può considerare una piccola città nella città, essendo per estensione uno dei più grandi complessi fortificati d'Europa.
Il primo nucleo risale all'età longobarda (VII-X secolo), mentre la sua trasformazione in residenza signorile si deve ai Visconti (in particolare a Luchino Visconti) e agli Sforza in particolare a Ludovico il Moro.
Alla sua realizzazione contribuirono sicuramente artisti come Bramante e si pensa anche Leonardo. Tra il 1492 e il 1494 i lavori erano terminati. Con la fine della dinastia sforzesca (1535) il castello passò agli spagnoli e iniziò un lento declino. Nel 1696 i plenipotenziari dei governi europei convenuti per firmare la pace di Vigevano lo dichiarano inagibile e quando agli inizi del Settecento diventa sede di una guarnigione dell'esercizio austriaco cominciano le trasformazioni radicali.
Verso la metà dell'Ottocento diventa Caserma dell'Esercito Sardo e quindi del Regio Esercito Italiano e rimane sede militare fino al 1968.
Il Complesso architettonico del Castello Visconteo-Sforzesco di Vigevano si presenta come un insieme di edifici che occupano una superficie di oltre 70 mila metri quadri, di cui 25 mila di coperture, cui vanno aggiunti i 36 mila metri quadri di cortile. Potrebbe contenere due volte Buckinham Palace, tre volte la basilica di San Pieto e sei volte il Duomo di Milano. Viene considerao uno dei complessi fortificati più grandi d'Europa.
Fin dall’inizio il castello di Vigevano non viene pensato solo ed esclusivamente come complesso fortificato per rispondere a esigenze difensive e militari, ma anche come residenza di prestigio, di rappresentanza, come luogo preferito per gli svaghi e diletti della corte. In tal senso rappresenta sia una anticipazione del palazzo rinascimentale spesso evolutosi proprio da un castello preesistente (si pensi ad Urbino e a Mantova),che una versione raffinata della tradizionale cittadella viscontea.

Medioevo in Libreria 2011-2012, il video della seconda giornata

lunedì 7 novembre 2011

La visita guidata della seconda giornata

Sabato 19 novembre 2011
Ore 11,00: Il Medioevo corre sull’acqua: I Castelli. Visita guidata al Castello Visconteo e Tomba Longobarda di Trezzo sull’Adda. Costo 5 euro. Ritrovo davanti all'ingresso.
Il Castello Visconteo è una delle "meraviglie" di Trezzo sull'Adda e sicuramente il simbolo della città, borgo di origini antiche (IV-III secolo a.C.) situato a nordest di Milano. Fu costruito nel 1300, per volere di Bernabò Visconti, accanto aduna rocca che la tradizione vuole edificata dalla regina Teodolinda. Questa fortificazione è stata testimone di una storia tormentata, di cruenti lotte e di conquiste, che vide protagonisti il Barbarossa, i Torriani e i Visconti. Proprio in questo luogo misterioso morì Bernabò, per mano del nipote Gian Galeazzo. Oggi dell'imponente castello rimane la torre a pianta quadrata, alta 42 metri, il pozzo fatto costruire nel 1400 dal casteflano Vercellino e i suggestivi sotterranei. Del coevo ponte sull'Adda, utilizzato per trent'anni prima di essere distrutto nel 1416 dal Carmagnola, sono ancora visibili la spalla e l'attacco.